Carmen Maura

Carmen García Maura, celebre attrice spagnola, si annovera tra le muse predilette del grande regista Pedro Almodóvar. Di orgini aristtocratiche, approdò al cinema nel 1969, interpretando una parte nel film El Espíritu, diretto da Juan Tamariz. Da allora ha recitato in oltre cento pellicole, in varie opere teatrali e in una decina di produzioni televisive. La sua prima importante interpretazione fu nel film Tigri di carta (1977) del regista madrileno Fernando Colomo, ma la vera consacrazione arrivò quando fu scoperta e scelta da Pedro Almodóvar per interpretare il ruolo di Pepi nel primo film del regista, Pepi, Luci, Bom e le altre ragazze del mucchio (1980). Da allora ha iniziato una prolifica unione artistica con il regista Pedro Almodóvar, interpretando spesso il ruolo dell’attrice protagonista, recitando nei film: L’indiscreto fascino del peccato, Che ho fatto io per meritare questo?, Matador, La legge del desiderio, Donne sull’orlo di una crisi di nervi.
 Negli anni che seguirono Carmen Maura continuò la sua intensa attività di attrice, lavorando sotto la direzione di registi di primo livello come Carlos Saura (Ay, Carmela!), Álex de la Iglesia (La comunidad – Intrigo all’ultimo piano, 800 Balas) Mario Camus (Sombras en una Batalla), Alejandro Agresti (Valentín), Amos Gitai (Free Zone).
Nel 2006 è stata di nuovo chiamata da Pedro Almodóvar per recitare la parte della “nonna fantasma” Irene, nell’ultimo film del regista di Calzada de Calatrava, Volver.  Ha preso parte in seguito a diverse produzioni, anche non spagnole, in ruoli minori. Nella sua lunga attività, ha ricevuto per ben quattro volte il Premio Goya. Il primo nel 1989 per Donne sull’orlo di una crisi di nervi, il secondo nel 1991 per ¡Ay, Carmela!, il terzo nel 2001 per La comunidad – Intrigo all’ultimo piano; questi come miglior attrice protagonista. Il quarto nel 2007 per Volver, invece, lo vinse come miglior attrice non protagonista. Nel 2011 fa parte del film Le donne del 6° piano di Philippe Le Guay. L’ultima interpretazione di rilievo da protagonista di Carmen Maura, ad oggi, è nel film La madre (2014), di Angelo Maresca.

Pepi, Luci, Bom e le altre ragazze del mucchio

Pepi è una ragazza indipendente e disinibita della Madrid post franchista che, scoperta dal suo dirimpettaio per le sue piante di marjuana, si offre sessualmente in cambio del silenzio. Il poliziotto in borghese accetta l’offerta e la deflora. Pepi per il danno economico subito ( intendeva vendere la sua verginità) progetta di vendicarsi. Il pestaggio del poliziotto non va come previsto e quindi adesca Luci, la moglie quarantenne e frustrata. La presenta a Bom, sedicenne rockettara tragressiva; tra le due parte subito una relazione lesbo-feticista-sadomaso. Luci lascia casa e marito per Bom e si integra nel suo mondo di festini, trasgressioni sessuali, droga e rock’n Roll. Infine lui la riprende soddisfando finalmente le sue voglie.

 
 

L’indiscreto fascino del peccato

Presentato al Festival di Venezia nel 1983, lo impone subito all’attenzione del pubblico internazionale. Divertente e iconoclasta, l’opera giovanile di Almodóvar, si distingue prevalentemente per l’estetica kitsch e per il ritratto irriverente che fa della religione istituzionalizzata. Donne, sotto tuniche monacali spiazzano lo spettatore, dipingendo una variopinta e dissacrante comunità di monache, a modo loro pie e votate al prossimo (per comprendere i peccatori, devono conoscere il peccato), senza dimenticare il suo tocco mélo; le suore peccatrici sono soprattutto profondamente umane e bruciano di sentimenti e passioni vere.

Dopo la morte del suo compagno per overdose, Yolanda, una cantante, si rifugia nel convento delle “Redentrici Umiliate” per sfuggire alle indagini. Le suore che vi risiedono sono dedite alle più disparate attività: Suor Pantegana scrive romanzi strappalacrime, Suor Serpe disegna e cuce abiti sgargianti e ispirati alla Haute Couture per le statue dei santi che popolano il convento, Suor Perduta alleva una tigre, Suor Sterco è autolesionista e quasi sempre fatta di LSD, che le provoca “visioni divine”. 220px-Entre_TinieblasInfine, la Madre Superiora è lesbica, eroinomane ed evidentemente attratta da Yolanda. Quando la benefattrice del convento minaccia di tagliare i fondi necessari al suo mantenimento, le suore organizzano un concerto in onore della benefattrice con l’aiuto di Yolanda, evento che avrà però risultati tragicomici.

 
 

Che ho fatto io per meritare questo?

Il nucleo centrale del film è rappresentato da Gloria, casalinga tutta casa e cucina. Vive col marito tassista un’esistenza miseranda e ha accumulato una grande frustrazione. È la sfortuna in persona, una parodia che non manca di evidenziare aspetti emblematici di quotidianità, e il dramma esiste.
Stranamente questa è anche una delle sue opere meno conosciute, ma sicuramente uno dei suoi film più complessi, un piccolo capolavoro di originalità ed estro creativo. In esso si fondono con ironia dramma e commedia, realismo e surrealismo, denuncia ed eccesso naif in un’esplosione di colori, di musica,di kitsch, di sottile citazionismo, tipica almodòvariana.
Siccome per Almodòvar la scelta dell’attrice protagonista è sempre stata determinante, non poteva non privilegiare, per questo suo film, quella che negli anni Ottanta rappresentava la sua unica e autentica musa: Carmen Maura. Solo lei, capace di indossare qualsiasi ruolo cucitole addosso dal proprio mentore, avrebbe potuto far orbitare intorno a sé l’intera storia, che grava infatti quasi completamente sulla capacità della protagonista.

 
 

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