Lisa Gastoni: icona di fascino e trasgressione

Il suo nome è immortalato nell’immaginario erotico di due generazioni di italiani, il sogno proibito di tutti quei milioni di maschietti che hanno visto qualcuno dei suoi film più famosi di genere erotico d’autore, prodotti tra 1968 e il 1976: Grazie zia, Scandalo, La seduzione, Amore amaroLabbra di lurido blu e L’immoralità.

Molto della sua fama è legata a uno dei più grandi sceneggiatori di questo genere di film: Salvatore Samperi, al quale gli si deve anche il successo artistico di Laura Antonelli, l’altra icona della trasgressione erotica, che con Malizia sbancò i botteghini di tutte le sale cinematografiche italiane.

È stata la donna più conturbante del cinema italiano e di tutti quelli che l’hanno ammirata in oltre 50 film, sognando di esserle nipoti in Grazie zia  o il fattorino Armand in Scandalo, entrambi film di Salvatore Samperi.

Lisa Gastoni è una donna di classe, una signora che trasmetteva un magnetismo erotico che non è facile da comparare con altre attrici di oggi. Anche il fascino indiscusso di Edwige Fenech o di Ornella Muti, protagoniste di  questo genere italiano di film erotico non possono confrontarsi con i turbamenti emotivi di alcune scene dei suoi film. 

E’ anche una donna molto discreta e riservata. Nata nel 1935, ancora oggi, all’eta di 83 anni afferma che il suo unico grande amore è stato l’attuale marito Claudio Isgrò, con cui si legò all’età di 45 anni, all’apice della carriera, quando decise di abbandonare il cinema. “Perché della vita non sapevo più niente. Leggevo solo copioni, passavo da un set all’altro, dominavano disagio e nevrosi. Non ne valeva più la pena.”

Ovviamente sembra strano che una donna tanto ambita, oggetto di desiderio di milioni di uomini abbia avuto un solo grande amore a 45 anni. Tuttavia dichiara: ” Non mi sono fatta mancare niente. Gli uomini mentono sapendo di mentire. Io l’ho capito presto.

Il suo primo matrimonio lampo, così lo definisce, avvenne nel 1961, con un noto professore di fisica, Constatine Manos, subito dopo si lega al produttore Joseph Fryd, con cui nel 1966 gira da protagonista Svegliati e uccidi di Carlo Lizzani, nel quale si fa notare nel ruolo di Candida, compagna del «solista del mitra» Luciano Lutring, interpretato da Robert Hoffmann. La pellicola ottiene un notevole successo e l’interpretazione di Lisa Gastoni viene premiata con il Nastro d’argento.

Anni più tardi, sempre con Lizzani, un’altra apprezzata prova d’attrice nel ruolo di Claretta Petacci nel film Mussolini: ultimo atto (1974) accanto a Rod Steiger mentre l’anno seguente con  Amore amaro, di Florestano Vancini, quella che rimarrà la sua interpretazione preferita, vince il suo secondo Nastro d’Argento. Nel 1979, dopo un’esperienza teatrale con Luigi Squarzina in La Celestina, la Gastoni decide, poco più che quarantenne, di abbandonare le scene per dedicarsi senza rimpianti alla pittura e alla scrittura.

Anche Sergio Corbucci la definì altera e quando giungeva sul set la prendeva in giro “Un romanaccio che mi sfotteva. Gli piaceva canzonarmi. Non ero in grado di parlare in dialetto e lui infieriva: “È arrivata sua altezza”. Io pensavo e forse dicevo: “Ma vai un po’ a fare in culo pure tu”.

E’ tornata allo spettacolo dopo un ritiro, prematuro, durato 27 anni.

Solo per un caso torna al cinema nel 2005,  quando Ferzan Ozpetek  la chiama per sostituire, in Cuore Sacro, Virna Lisi impegnata su altri set. Nel ruolo di Eleonora fa la sua ricomparsa sul grande schermo dopo 27 anni e ottiene due importanti riconoscimenti, le candidature al David di Donatello e, ancora una volta, al Nastro d’Argento. Lisa Gastoni ora alterna con rinnovato impegno ruoli per la tv e per il cinema. Nel 2006 ha recitato accanto a Sabrina Ferilli nel film per la tv La Provinciale, di Pasquale Pozzessere, tratto dal racconto di Alberto Moravia. Nel 2007 è nel progetto di RaiFiction Maria Montessori – Una vita per i bambini di Gianluca Maria Tavarelli. Nello stesso anno è Diletta, la madre di Luca Zingaretti, in Tutte le donne della mia vita. Poi nel 2010 un cameo nel film di Pozzessere Cocapop.

Perfetta e ricercata per i ruoli di elegante signora agée, domenica 23 ottobre torna su Rai1 con la fiction di Giorgio Capitani,  Dove la trovi una come me. Nel ruolo di donna Anna, una gran dama in disarmo in una commedia che fa il verso a Pretty Woman, con Gabriella Pession giornalista disoccupata scambiata per una escort dal manager Daniele Pecci. Una favola moderna in cui la vera attrattiva è l’attrice culto di due generazioni, diva riservata e carismatica.

Ma torniamo ai suoi meravigliosi film erotici. Quello che appare in pole position è : Grazie zia, un dramma psicologico incentrato su un rapporto incestuoso e autodistruttivo che rappresenta la radicale ribellione al sistema e alla famiglia borghese. 

 

ma l’apoteosi del suo fascino erotico è Scandalo, nel ruolo della farmacista Eliane che si lascia coinvolgere in una storia con il suo fattorino (Franco Nero). Sarà una discesa nella perversione , progressivamente sconvolta dall’esplosione di una passione morbosa, erotica e soffocante, tale da destabilizzarne la psiche e portare la donna sull’orlo della follia.

 

La Seduzione fu il film che lanciò Jenny Tamburi, avvenente ed esuberante, fu una delle protagoniste della stagione della commedia sexy/noir all’italiana.

 
L’immoralità è un film di Massimo Pirri del 1978, interessante, coraggioso e intrigante, e nonostante l’alto tasso di morbosità avvince moltissimo. Fortissimo ed audace per l’epoca, fa oggi meno effetto anche se la scena “erotica” fra la ragazzina ed il criminale (sebbene sia evidente l’uso della controfigura) non lascia indifferenti.
 
 

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