François Ozon: Un grande regista francese

 

CINQUEPERDUE (2004)

Ozon non ripone nessuna fiducia sulla coppia e lo dimostra con questo teorema dolente, un’aria afflitta che canta dell’effimera illusione dello stare insieme. Una storia che va a ritroso e che comincia con la durissima sequenza del burocratico elenco delle condizioni di divorzio per ritrovare i personaggi prigionieri volontari di una camera d’albergo a consumare un sesso che diventa violenza: è l’epilogo di una relazione il cui svolgimento viene ripercorso toccandone altre quattro stazioni cruciali.  Racconta una storia d’amore “ordinaire”, descrivendo i momenti chiave della vita a due, in cinque quadri a ritroso nel tempo: Il divorzio, il tradimento, la nascita del figlio, il matrimonio e il primo incontro. Marion e Gilles, si avvicinano, si amano, si allontanano e si odiano, senza stupire, e, come spesso accade in molte coppie, si svelano piccole perversioni e ironie (che il regista francese ama particolarmente) semplicemente nascoste nei meandri della normalità.
Nudo, soffocante, sconsolato, girato prevalentemente in interni, senza alcuna speranza per qualsiasi tipo di relazione – amorosa o sessuale, etero od omo che sia – Ozon, dirigendo magnificamente un cast indovinato, mette da parte glamour e sangue, colore e melodramma, per inscenare uno psicologico, complesso, definitivo gioco al massacro, in odore sì di Bergman ma profondamente suo, in cui, risfoderando quel talento speciale che ha nel restituire con esattezza i frammenti del quotidiano, scava sotto la sabbia e condisce i tormenti dei protagonisti con l’ironia amara di canzoni italiane (la splendida scena della danza sulle note di Sparring partner di Conte), per concludere la parabola nel più ozoniano dei luoghi: una spiaggia. La coppia si va formando ed è già il tramonto.

 

Frantz(2016)

Germania, 1919. Una giovane donna si raccoglie ogni giorno sulla tomba del fidanzato caduto al fronte. La sua routine è rotta dall’incontro con Adrien, soldato francese sopravvissuto all’orrore delle trincee. La presenza silenziosa e commossa del ragazzo colpisce Anna che lo accoglie e solleva di nuovo il suo sguardo sul mondo. Adrien si rivela vecchio amico di Frantz, conosciuto a Parigi e frequentato tra musei e Café. Entrato in seno alla famiglia dell’uomo, diventa proiezione e conforto per i suoi genitori che assecondano la simpatia di Anna per Adrien. Ma il mondo fuori non ha guarito le ferite e si oppone a quel sentimento insorgente. Adrien, schiacciato dal rancore collettivo e da un rimorso che cova nel profondo, si confessa con Anna e rientra in Francia. Spetta a lei decidere cosa fare di quella rivelazione

 
continua…

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