Il Margine: (Sylvia Kristel)

La morte accompagna i due giovani protagonisti della storia dall’inizio alla fine. È un elemento determinante in tutti i film di Borowczyck, in questo particolarmente. Muore il piccolo figlio dei due, cadendo in piscina. Muore la donna che ha scoperto di essere tradita dal marito. Muore lui alla fine.

Sigismund è un giovane che vive felice con la moglie Sergine e il figlio piccolo, accuditi dalla governante Féline in una bella e accogliente casa di campagna; il suo rapporto con la moglie è idilliaco tanto da prometterle, ricambiato, fedeltà eterna; suo cugino Antonin, proprietario di un’azienda vinicola, gli propone di fare un giro d’affari per le città francesi fino a Parigi per presentare i suoi prodotti: il giovane accetta. Giunto a Parigi, Sigismond comincia a frequentare il giro di prostitute d’un albergo controllato da un protettore particolarmente attento ai movimenti delle sue “ragazze”. Sigismond viene adescato dalla fredda e cinica Diana, la più elegante delle prostitute del quartiere, che per il primo rapporto chiede 200 franchi. Un giorno, recatosi al servizio di fermo posta, Sigismond riceve una lettera inviata, con suo grande stupore, dall’indirizzo di casa sua, scritta dalla governante Féline; ne legge alcune righe, quelle in cui s’annuncia il suicidio della moglie.

Sigismond torna in albergo e ha un altro rapporto con Diana per cui paga spontaneamente il doppio di quanto già pagato la prima volta; Diana accetta senza interrogarsi minimamente sul motivo di tanta prodigalità e con parte del ricavato si compra un capo di biancheria intima che indossa di nascosto in un bagno dell’albergo, ma viene scoperta dal suo protettore che reagisce schiaffeggiandola e sottraendole l’indumento. Infine, accontenta ancora Sigismond concedendogli un rapporto orale per 500 franchi. Al termine della prestazione, Diana intuisce che nel giovane cliente sta alimentandosi un’indole autodistruttiva e, spaventata, prima accompagna Sigismond fuori dalla porta della camera d’albergo, poi fugge dicendogli addio. Sigismond la rincorre invano. Salito in camera, Sigismond apre la busta con la lettera a lui indirizzata e ne legge il contenuto, stavolta per intero: il figlio è morto annegato nel punto più profondo della piscina e la moglie s’è suicidata lanciandosi da una torre. Sigismond s’allontana con l’auto, si ferma in un punto imprecisato della città, preleva una rivoltella dal cruscotto e si suicida sparandosi.

 


 

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