Jenny Tamburi

Avvenente ed esuberante attrice cinematografica, teatrale e televisiva italiana, nonché showgirl, conduttrice e press-agent del piccolo schermo. Direttrice di una scuola di recitazione che porta il suo nome, la bellissima Jenny Tamburi ha sempre colpito per la sua bellezza semplice e naturale, nonché per la sua recitazione spontanea e priva di artificiosità, grazie alla quale è riuscita a scavarsi un posto d’onore nei ricordi di tutti gli italiani.

Esordì nel mondo dello spettacolo a soli 17 anni partecipando al film Splendori e miserie di Madame Royale (1970) di Vittorio Caprioli, nel ruolo di Mimmina, giovane ragazza spregiudicata, cresciuta ed educata dall’omosessuale Alessio (Ugo Tognazzi).

Due anni dopo, nel 1972 partecipa insieme a Rosalba Neri e Silvano Tranquilli al film Il sorriso della iena. Una donna uccide la moglie dell’amante e vorrebbe che lui ne uccidesse la figlia di primo letto, unica erede.

Nello stesso anno ottenne anche una piccola parte nel film Fiorina la vacca di Vittorio De Sisti con un cast blasonato come Janet Agren, Ewa Aulin , Mario Carotenuto, Angela Covello, Ornella Muti, Renzo Montagnani, Gastone Moschin ecc.
Vagamente tratto da uno scritto dall’autore cinquecentesco Angelo Beolco, narra la vicenda di una vacca chiamata Fiorina che viene ceduta dal soldato di ventura Ruzante, passando da padrone a padrone per una serie di curiose vicende. Il nome di Fiorina è però anche quello della bella moglie del soldato (Angela Covello), destinata a finire tra le braccia di un riccastro (un esilarante Mario Carotenuto). Al di là del colorito titolo, già il notevole cast esplica la buona qualità di un decamerotico nettamente sopra alla media.

L’anno successivo ottenne una piccola parte nel film di Rino Di Silvestro Diario segreto da un carcere femminile.
Una trama che intreccia il classico mafia movie con tanto di picciotti con il genere delle donne in carcere

Iniziò la sua carriera dapprima con lo pseudonimo di Luciana Della Robbia, per adottare quindi quello di Jenny Tamburi col quale l’avrebbe conosciuta il grande pubblico.
Fu una delle protagoniste della stagione della commedia sexy/noir e dei polizieschi all’italiana. Divenne celebre nel 1973 quando fece parte del cast de La seduzione di Ferdinando di Leo. La pellicola, tratta dal romanzo di Ercole Patti “Graziella”, la rese famosa nel ruolo della figlia Lolita di Lisa Gastoni.

Maliziosa, affascinante, immorale e ribelle: è così che Jenny penetra nell’immaginario collettivo.

Poco prima della sua morte fu intervistata con un brevissimo e video per commentare questo film stupendo e molto erotico.

ECCEZIONALE!!

Lo stesso anno è sul set di Le scomunicate di San Valentino di Sergio Grieco nel ruolo di una torbida fanciulla spagnola del Cinquecento (ad odor di dannazione),

mentre nel 1975 la aspetta il ruolo della figlia di Montagnani, Francesca, che farà perdere la testa allo sfrontato cugino Michele Placido in Peccati di famiglia di Bruno A. Gaburro.

Una piccola parte le fu data anche nel 1976 nel film La moglie di mio padre diretto da Andrea Bianchi con Carroll Baker, Adolfo Celi, Gabriella Giorgelli e Femi Benussi.
Antonio Lenzini (Adolfo Celi) si è sposato (in seconde nozze) con l’avvenente Laura (Carroll Baker). Tra la donna e Claudio (Cesare Barro), figlio della prima moglie di Lenzini, s’instaura un morboso rapporto che trascende la gerarchia familiare e induce la rottura del rapporto marito/moglie con effetti tragici sulla psicologia del consorte. Cupo dramma dalle atmosfere tetre e decadenti -che deflagrano in un finale dalle fosche tinte diretto con buon uso delle scenografie e attenta direzione d’attori di certo rilievo. Ennesimo film italiano che “avverte” la crisi dell’istituzione familiare.

 

Nel 1977 ottenne una parte in un bellissimo triller di Lucio Fulci  Sette note in nero con una Jennifer O’Neill strepitosa.
Virginia, nobildonna sposata con un uomo di successo, intende indagare sulle motivazioni di alcune inquietanti e inspiegabili visioni che stanno turbando l’andamento della sua vita coniugale.

Nel 1982 la rivediamo da protagonista insieme a Nino D’Angelo nel film Lo studente, diretto da Ninì Grassia.
Il barone Mario di Villalta torna a Napoli dopo aver passato molti anni in Venezuela. Assume come segretario il giovane Nino, studente all’ultimo anno di liceo senza un soldo e confidente di un boss della camorra. Salta fuori che Nino è in realtà un suo figlio, non riconosciuto, che ebbe poco prima della sua partenza.

 

Sempre negli anni settanta divenne anche un volto familiare del piccolo schermo, partecipando a numerose trasmissioni televisive in veste di conduttrice o valletta: fu al fianco di Alberto Lupo nell’edizione del 1975 del varietà Senza rete, prese parte ai romanzi sceneggiati Camilla (1976) e La paga del sabato (1977) e partecipò al varietà Scuola serale per aspiranti italiani. Nel 1977 ebbe anche la sua unica esperienza di teatro, facendo da protagonista della nuova edizione della commedia musicale Aggiungi un posto a tavola, al fianco di Johnny Dorelli.

All’inizio degli anni ottanta partecipò anche a Il processo del lunedì di Aldo Biscardi. In questi anni posò nuda per diverse riviste erotiche tra le quali Playboy e Playmen.

Nel 1986 girò il suo ultimo film per il cinema, l’erotico Voglia di guardare di Joe D’Amato.
Brillante chirurgo, aspirante guardone, cede la moglie al brillante proprietario di un raffinato bordello, per poterla osservare da dietro uno specchio.

L’anno successivo partecipò alle fiction televisive italiane Professione vacanze e Tutti in palestra, con le quali terminò definitivamente la sua carriera di attrice.

Lasciato il set, la Tamburi iniziò una nuova carriera come agente di spettacolo e divenne una delle maggiori casting director italiane. Tra le numerose produzioni di cui si occupò, la più rilevante fu Incantesimo. Aprì anche una scuola di dizione e recitazione a Roma. Il 6 maggio del 2005 durante la manifestazione Rodolfo Valentino 110th Anniversary le fu assegnato un premio alla carriera.

Si definiva una persona nata libera, infatti non si sposò mai, e lascerà per sempre i set amareggiata con queste ultime parole:
Ad un certo punto, o uno arriva ad essere quello che si è prefissato, oppure lascia perdere. Io volevo essere come Giovanna Ralli o Monica Vitti. Non ci sono riuscita, pazienza.
I film sexy, che facevo e che ora non faccio più, riguardandoli mi sono accorta che erano film da educande, perché quello che si vede oggi è davvero pornografico.
Non è che fare la valletta sia degradante, ma perché è un ruolo non mio. Io ho bisogno di recitare, di realizzarmi. Facendo la valletta non è che ci si possa esprimere molto.”

Inizia, comunque, una nuova carriera come agente di spettacolo e diventa una delle maggiori casting director italiane, aprendo anche una scuola di recitazione a Roma. Il cinema le rende omaggio il 6 maggio 2005, assegnandole il premio alla carriera nella manifestazione Rodolfo Valentino 110th Anniversary.
La grandezza di un’attrice si vede anche dai nomi celebri che l’hanno accompagnata per tutta la sua vita lavorativa: Philippe Leroy, Massimo Serato, Mario Carotenuto, Gastone Moschin, Ornella Muti, Monica Vitti, Adriana Asti, Amedeo Nazzari, Jack Palance, Massimo Girotti e tanti tanti altri. Negli occhi e nella memoria di chi ama il cinema di genere italiano degli anni settanta, Jenny Tamburi resta. È vero, non sarà Giovanna Ralli, né Monica Vitti, ma rimane, sempre e comunque, la fantastica Jenny Tamburi

Malata da tempo di tumore, morì a 53 anni il 1º marzo 2006.

 

 

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